Viaggio alla scoperta del mondo.

O Menino e o Mundo, di Ale Abreu, arriva nelle nostre sale grazie a CINETECA DI BOLOGNA, che ne è distributore per l’Italia, e che lo propone, nell’ambito del progetto Il Cinema Ritrovato al cinema, al pubblico più giovane, cogliendo il desiderio di molte famiglie di aver accesso a film per bambini che vadano al di là di quelli mainstream.

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Il mondo alla cui scoperta va il Menino è il Brasile, ma per estensione, è il  globo intero, con le sue straordinarie bellezze,  e con le sue tante storture, frutto soprattutto dell’industrializzazione prima, della globalizzazione, poi. In questo mondo , per lo più ostile, Menino si ritrova per ricucire uno strappo profondo, quello lasciatogli dal padre partito per andare a lavorare lontano. E’ in questa assenza che, sostanzialmente non si colmerà mai, che si sviluppa il viaggio e prende forma il mondo.

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Il titolo, infatti, comparirà solo dopo questa separazione, a sottolineare la rottura tra il prima ed il dopo, tra ciò che ci appartiene e l’esterno.

La realtà, vista dagli ogni di un bambino, è deformata ludicamente: tutto è gioco ed offre infinite possibilità di sperimentazione. Anche i pericoli, sono riletti con leggerezza, con spensieratezza…macchine infernali diventano animali selvaggi agli occhi dell’infanzia.

E’ un film molto lontano dalle logiche degli STUDIOS americani, anche se, dopo aver vinto numerosissimi premi in tutto il mondo, ottiene una nomination all’Oscar nel 2016 come miglior film di animazione.

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Colpisce la forza delle immagini, nate da un tratto volutamente fanciullesco, attraverso il quale il regista vuole comunicare la sensazione di libertà che sperimentano i bambini quando disegnano. Le scene sono frutto di una composizione di più tecniche, tutte tradizionali: si disegna con pastelli, colori a cera, pennelli e a queste tecniche si aggiunge il collage, per realizzare tutte le tavole che comporranno il film.

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Il regista, nato a San Paolo nel 1971, per il quale dipingere è vita sin dalla prima infanzia, una preziosa chiave di lettura della propria esistenza, spiega,  nell’intervista che si può ascoltare nei contenuti extra del dvd, di essersi imbattuto nel Menino, lavorando ad un documentario sulla storia dell’America Latina, studiando le musiche di protesta degli anni Sessanta e Settanta . Ritrova a quel tempo un albo della propria infanzia, all’interno del quale rivede lo schizzo di un personaggio che, rimaneggiato, sarà il protagonista del film.

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La colonna sonora, poi, è particolarissima. Le percussioni del Brasile non hanno pari nel mondo, la loro è una forza unica, tutto può creare suono, ritmo, melodia. Le sonorità  sono quelle delle percussioni create da strumenti tradizionali, ma anche da rumori di oggetti del quotidiano, fino ad arrivare alle percussioni del corpo, realizzate dal gruppo sperimentale  Barbatuques e ai suoni gutturali di Nanà Vasconselos. Il suono si fa protesta, con il rapper brasiliano Emicida  perché il film  contiene un messaggio politico, svelato dallo stesso regista, ovvero decidere qual è il nostro posto nel mondo che abbiamo creato e come vogliamo che questo  sia in futuro.

La musica è un componente molto importante de O Menino e o Mundo, non solo per la scelta dell’assenza dei dialoghi, fatta per evidenziare l’incapacità dei bambini di comprendere i discorsi degli adulti, sebbene  siano perfettamente in grado di percepirne i  loro contenuti, ma soprattutto perché è un tutt’uno con le immagini .

Una curiosità sull’unico dialogo che si ascolta nel film: è portoghese pronunciato al contrario, il linguaggio degli adulti è universalmente incomprensibile e svincolato da un contesto di appartenenza.

Come va a finire il viaggio del Menino?

Ci sono viaggi che non finiscono mai. Buona visione.