Che cos’è la poesia? Oggi lo chiedo a Theo Jhon Scalzo44.
Bartolomeo Di Giovanni, ovvero Theo Jhon Scalzo44, è autore di molte poesie. Fresco di stampa il suo ultimo lavoro “Fotosintesi Itinerante”, edito da Rupe Mutevole, che non vedo l’ora di leggere per potervene raccontare .
Vi anticipo che per Theo Jhon, il poeta non guarda il mondo dall’alto, sospeso nell’iperuranio, giudicando le nostre miserie o le nostre virtù, non dispensa lezioni, ma è, innanzitutto, “scalzo” perchè decide di camminare a piedi nudi sulla terra, dalla quale ricava la sua linfa vitale, produttrice di versi.
Il poeta è di fianco a noi su questa terra, vive le nostre stesse vite, sente le nostre anime dal profondo, oltre a mostrarci la sua, e ci invita alla riflessione, perchè ognuno di noi sia pienamente cosciente della direzione che imbocca con le proprie scelte.
Il percorso del poeta che cammina a piedi nudi sulla terra, talvolta, è arduo perchè imprevedibili sono gli ostacoli che possono frapporsi procedendo e, a quel punto, saranno lacrime , ma la terra si sa, non è mai uniforme troppo a lungo nella sua consistenza e del resto, dopo il pianto, l’anima si fa più lieve, e sarà più facile sorridere, cogliere l’eternità dei singoli avvenimenti, oltre ogni piccolezza che si ripete nel quotidiano di ognuno.
Che cos’è la poesia, allora?
“La Poesia é creare.
Creare dal nulla? Non so, posso dire che é una forza che esplode improvvisamente, poetare é sì creare, ma é anche una forma di devozione verso la vita.
Attraverso i versi il poeta evoca qualcosa, uno stato d’animo, un momento particolare, é dare voce a ciò che non scompare mai.
Il poeta non può dimenticare, primo perché ogni essere umano ha una memoria, un archivio dove continuamente registra tutto, poi dimenticare significa condannare sé stessi ad uno sforzo che non può mai diventare atto.
Dobbiamo dimenticare la nostra storia?
Dobbiamo dimenticare i dolori e le gioie?
La Bellezza della poesia é saper cantare la vita in ogni suo aspetto.
Poetare significa eternizzare, andare oltre le corse spasmodiche del quotidiano, significa scardinare dal tempo e dallo spazio la successione ciclica del tempo.
Forse é possibile “dimenticare”, ma non é il mestiere del poeta.”.TheoJohn.